Il campo del vasaio, detto anche del sangue, è luogo che appartiene alla topografia morale. Designa una contrada maligna, putrida e pantanosa: un anfrattuoso cimitero di argille; uno smortume di forre e borri. La località è il quadrante tartareo del tradimento. Venne acquistato con il ‘prezzo del sangue’: con i trenta denari di Giuda. E accolse le viscere sparse dell’apostolo traditore, lì impiccatosi. In un campo del vasaio vengono trovati i trenta ‘tagli’ di un uomo: prima giustiziato, con un colpo alla nuca; poi macellato. Sembrerebbe un delitto di mafia eseguito con puntigliosa esattezza, secondo il rituale arcaico riservato a quanti hanno tradito. Ma il tradimento è una macchinazione che dà a intendere quel che non è. Corre su un’incerta frontiera. Tra vero e falso. E anche i luoghi e le cose tradiscono, in questo romanzo. Lo stesso Montalbano, sempre più soliloquista e monologante, su declivi di stanchezza, è posseduto da uno stupore notturno: dai lumi ciechi di un incubo traditore che lo gela, come dentro un cubo di ghiaccio, in mezzo al fracasso dei turbini. Il commissario dovrà smorfiare i segni sghembi delle premonizioni, e sventare le trame nascoste di un tradimento che lo coinvolge e lo tocca fino alle lacrime. Una signora dei trucchi, una maliarda, ha portato scompiglio nel commissariato di Vigàta. Sa come affascinare gli animi anche riluttanti. Sa come stornarli, e come condannarli a una dipendenza vergognosa. Somiglia all’Angelica dell'”Orlando innamorato” di Boiardo. Esotica e ingannatrice anch’essa: venuta dalla Colombia, come l’altra dal Cataio; entrambe perfide, fatte di “màrmaro e d’azzaro”. Si chiama Dolores, la nuova principessa degli inganni: “Dolorosa”, nella pronuncia di Catarella. Ha adescato il ‘paladino’ più vicino a Montalbano. E lo sobilla, per ‘tradire’ l’inchiesta. Il ‘paladino’ subisce il sortilegio. Ma, segretamente, vorrebbe essere redento. Montalbano riuscirà a soccorrere l’amico, e a deludere le falsità con altre falsità. Procederà in punta d’ingegno: abile nello sgambetto e nel contropiede. Ingannerà la traditora. Esorcizzerà gli influssi nefasti del campo del vasaio, i suoi pronostici tradimentosi. Con una meditazione calma, ancorché sconsolata. Lui, Montalbano, è il “poviro puparo” di una dispersa e “mischina opera dei pupi”: “la faticata si faciva ogni volta cchiù grossa, ogni volta cchiù pisanti. Fino a quanno avrebbe potuto reggiri?”. (Salvatore Silvano Nigro)
Il campo del vasaio
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