L’anno del sole quieto

E’ il 1946, la seconda guerra mondiale è terminata da poco e in una piccola città – che ora fa parte della Polonia ma prima era tedesca. Una giovane vedova, Emilia, incontra un soldato americano, Norman, che deve indagare sui crimini di guerra. Entrambi sono stati sconvolti dalla guerra. Norman, che è stato prigioniero di guerra, ha visto tanta sofferenza e morte che per lui non è facile ritornare alla normalità ma sente che Emilia, con la quale può comunicare solo a gesti o attraverso l’interprete, potrebbe essere una buona compagna per la vita. Emilia, che ha perso il marito dopo pochi mesi di matrimonio, ora cerca di sopravvivere a fatica assistendo la madre malata e si domanda se sia giusto per un essere umano cercare l’amore e la felicità. Lentamente entrambi arrivano a capire che il passato non conta, per quanto possa essere stato difficile e pieno di sofferenza, l’amore e la speranza sono sempre possibili. La concreta possibilità della speranza, l’ ‘happy end’ dei due personaggi in cerca di pace e amore, ci vengono mostrati in modo molto diverso da quelli hollywoodiani anche se la scena finale è ambientata in quella stessa Monument Valley in cui John Ford ha girato il suo “Ombre rosse”, unico film americano visto da Emilia e sua madre.